Nel 1964, Michel Dufour, ingegnere de La Rochelle appassionato di vela, si lancia nella creazione del proprio cantiere navale. Deve allora la sua riuscita alla sua duplice intuizione: la vela stava passando all'era moderna grazie all'apporto di nuove tecnologie e di materiali innovativi; al tempo stesso, il mondo della nautica, sarebbe rimasto l'incarnazione di uno spirito pionieristico e avventuroso, che spingeva all'estremo il piacere di navigare. Ancora oggi, è proprio questa doppia eredità che anima la Dufour Yachts. La sua gamma innova e stravolge le convenzioni della vela per offrire, in mare, un piacere senza eguali. Fondato a La Rochelle, Dufour Yachts è uno dei pochi cantieri francesi a costruire solo barche a vela. Ognuno, indipendentemente dal suo ruolo all'interno dell'azienda, è fiero del proprio know-how e vuole portare alta la bandiera di uno dei fiori all'occhiello dell'industria navale francese in tutto il mondo. Tutti, infatti, condividono la stessa esclusiva vocazione per la vela, garanzia di perfezione. Oltre al cantiere navale, questa professionalità anima anche gli specialisti della Rete di Vendita che Dufour Yachts ha scelto per distribuire le sue imbarcazioni in tutto il mondo. Forte di questa passione per la vela e ricca dei valori legati al mondo del mare, Dufour Yachts vi offre la più autentica evasione. Due sono le gamme presentate da Dufour: Performance e Grand Large.
AL TAG HEUER VELAFESTIVAL DUFOUR ESPORRA' CON I SEGUENTI MODELLI:410 Grand Large: doppia timoneria a ruota, specchio di poppa abbattibile, grande finestratura sulla tuga, spigolo pronunciato sullo scafo. Sono queste le prime quattro caratteristiche che saltano all'occhio osservando i rendering del nuovo Dufour 410 Grand Large. Un dodici metri che racchiude le particolarità dei più recenti modelli della gamma Grand Large. Ancora una volta, a conferma del buon lavoro svolto in queste ultime stagioni, a progettare il nuovo scafo di Dufour è l'italiano Umberto Felci che, per sostituire il 405 Grand Large, ha optato per uno scafo leggermente più lungo (12,35 metri fuoritutto). Le principali soluzioni ricordano in grande il fortunato 335 Grand Large, con lo specchio di poppa abbattibile a guadagnare spazio in rada o in porto e la doppia ruota del timone. Il pozzetto risulta sgombro da impedimenti (a parte il classico tavolino centrale a piani abbattibili), poiché il trasto della randa è stato posizionato sulla tuga, a proravia del tambuccio. A prima vista appare, oltretutto, di una dimensione corretta, che consentirà quindi una più precisa regolazione della randa. La tuga rialzata accoglie (oltre alle manovre nascoste che da piede d'albero vengono rimandate in pozzetto) un grande numero di finestrature, tra le quali colpisce quella a tutta larghezza (una soluzione che abbiamo avuto modo di vedere sul Dufour 500 GL. Sottocoperta la suddivisione degli spazi appare classica, con tre cabine, di cui quella armatoriale a prua. In quadrato, a dritta troviamo prima la cucina a L, seguita dalla zona carteggio servita da un divanetto. A sinistra, ecco invece il bagno e poi la dinette, intorno alla quale sono stati ricavati numerosi posti a sedere.
335 Grand Large: raccoglie tutti i vantaggi di successo dei suoi fratelli maggiori: spazio, ergonomia e comfort. Progettato per la crociera a lungo raggio, si distingue per una organizzazione sorprendente e un comfort mai raggiunto su nessuna barca di queste dimensioni. Il suo ampio pozzetto aperto è rivoluzionario per una barca di queste dimensioni come la doppia timoneria, la mancanza degli ingombri del paterazzo e un letto di poppa da 2 metri per 2 metri... spazio e comfort di solito riservati solamente ad imbarcazioni di taglia nettamente superiore... e non sempre.
36 Performance: una barca francese disegnata da un italiano vince il premio Barca dell'Anno negli Stati Uniti. Stiamo parlando del Dufour 36 Performance costruito dall'omonimo cantiere transalpino su progetto di Umberto Felci. Si è aggiudicato il prestigioso premio istituito dalla rivista USA Sailing World nella categoria "Crossover". Con la linea Performance, il cantiere di La Rochelle ha voluto dare una svolta alla propria produzione avvicinandosi il più possibile alle imbarcazioni "sportive", ammiccando alla sistema di stazza IRC. Lo scafo presenta il dritto di prua perfettamente verticale: questo fa sì che la lunghezza al galleggiamento differisca il meno possibile da quella fuori tutto. Ben 10, 21 metri in acqua contro i 10,99 di lft, per 3,61 m di baglio massimo. Le sezioni poppiere sono caratterizzate dall'ormai consueto "spigolo" che, dalla sua comparsa sui VOR 70 Abn Amro I e II (firmati dall'argentino Juan Kouyoumdjian), nel 2005, si è diffuso anche nel mondo delle barche di serie, in quanto è in grado di aumentare la lunghezza al galleggiamento "dinamica" (cioè a barca sbandata) e di garantire una maggiore stabilità direzionale. La chiglia è caratterizzata dal bulbo a "T", lo specchio di poppa è completamente aperto e, opzionalmente, può essere dotato di plancetta. Lo scafo è stato inoltre studiato in modo da avere tutto il peso concentrato a centro barca. Colpisce, in coperta, l'ampio pozzetto che richiama decisamente gli scafi da regata, come peraltro il doppio timone e i gavoni rimovibili. Interessante la soluzione per il trasto della scotta randa, sdoppiata alla tedesca, piazzato in fondo al pozzetto. Le manovre sono all'insegna del "navigare facile": la scotta genoa, può essere controllata utilizzando due diversi ordini di winch (uno a lato delle panche amovibili e uno dietro di esse, vicino al timone), a seconda delle esigenze dell'equipaggio e del numero di persone a bordo. Il rollafiocco e il verricello per l'ancora (opzionale) sono anch'essi amovibili, e il bompresso integrato consente di murare le vele da lasco. La superficie velica del nuovo Dufour 36 Performance segue in toto la filosofia progettuale della barca, risultando ampia ma ben dimensionata: 72,1 metri quadrati a vele bianche (40,6 mq di randa, 31 del genoa 114%), mentre l'asimmetrico presenta un'area di circa 120 mq. È in questo campo che il nuovo D36 non si distacca dai canoni che hanno caratterizzato la maggior parte delle barche sfornate da cantiere di La Rochelle: innanzitutto per quanto riguarda i materiali. Gli interni sono caratterizzati da un mix di legni nobili (come il Moabi) e dal piano di lavoro in Corian, ancora più luminosi grazie a nuovi oblò. La cabina di prua (1,97 x 1,77 m nel punto più largo) si rivela assai spaziosa, tanto che tra i materassi e e il soffitto della cuccetta c'è più di un metro. La capacità dei due armadi e dei grandi portaoggetti (960 litri) è considerevole. La cabina di poppa, situata sulla sinistra, misura invece 2 x 1,47 m: dall'altro lato c'è il bagno, attraverso il quale si raggiunge l'ampia calavele. Nel quadrato, due divani e il tavolo centrale, la cucina che assume la tradizionale forma a "L" e il tavolo da carteggio (80 x 54 cm).